“Il presidente Richard Nixon è stato il primo a proporre una versione moderata e parziale di reddito di base nel 1968: il progetto è stato approvato dalla Camera dei Rappresentanti ma affondato al senato, dove i repubblicani l’avevano osteggiato perché troppo costoso e i democratici l’avevano considerato insufficiente perché non dava aiuto a tutte le persone che potevano averne bisogno. Friedrich von Hayek, un economista venerato da molti libertari americani per la sua fede nella libertà dell’individuo e nello Stato minimo, ha dichiarato. “Ho sempre detto di essere favorevole a un reddito minimo per ogni componente della società”. Altrove, ha descritto l’idea come “un certo reddito minimo garantito assicurato a tutti…un livello al di sotto del quale nessuno deve scendere anche quando è incapace di provvedere a se stesso”. Nel 1975, il Congresso degli Stati Uniti ha varato l’Earned Income Tax Credit, un’idea avanzata da Milton Friedman, oracolo di molti conservatori americani, per fornire sostegno finanziario in proporzione inversa al reddito di lavoro. (…) Nel 2000, circa un terzo della popolazione brasiliana viveva al di sotto della linea internazionale di povertà. Nel 2003, il Partito dei Lavoratori è giunto al potere in Brasile promettendo di riscattare dalla povertà e dalla fame un gran numero di queste persone, trasformando nello stesso tempo in cittadini produttivi individui che non avevano mai contribuito alla vita economica del loro paese. Il presidente Luiz Ignacio Lula da Silva ha lanciato un programma denominato Fome Zero (Fame Zero) che si proponeva di fornire alle fasce più povere della popolazione cibo a prezzi bassi, accesso all’acqua, informazione sanitaria di base, accesso a forme di microcredito e sostegno alle piccole aziende agricole. Il programma prevedeva inoltre un sussidio in denaro (detto Bolsa Familia), che le famiglie più povere potevano ricevere solo se facevano vaccinare i figli e li mandavano a scuola. Nel 2014, questo programma relativamente a basso costo aveva ridotto il numero di brasiliani in condizioni di povertà di due terzi e fornito a milioni di giovani opportunità senza precedenti di imparare. Oltre a questi ovvi benefici, molti esperti, che hanno esaminato accuratamente i suoi costi, attestano che complessivamente il programma è efficiente, efficace e generalmente esente da corruzione, in un paese che ha passato gli ultimi anni impantanato nel peggiore scandalo di corruzione della sua storia”
Da Noi contro loro, di Ian Bremmer, Università Bocconi Editore