“La tradizionale contrapposizione fra destra e sinistra sembra essere poco utile per spiegare le recenti vicende elettorali italiane (…). Sotto il profilo economico, il Movimento 5 Stelle tende a ricalcare temi tradizionali di sinistra: più spesa pubblica, redistribuzione, sostegno economico ai meno abbienti. Il tutto raccolto intorno al totem del <<reddito di cittadinanza>>. Sui principi etico – sociali, una corrente minoritaria del Movimento sembra proseguire la tradizione progressista di sinistra, in tema di famiglia, di uguaglianza di genere e diversità. Idee, retorica e strategia politiche sono invece di chiara matrice populista. La volontà del popolo definisce quello che è giusto fare e la politica serve solo a far esprimere tale volontà nel modo più diretto possibile. La verità è <<partorita>> dal popolo, ma non c’è bisogno delle capacità <<ostestriche>> di leader carismatici, perché nell’era del web si può davvero dibattere e votare per alzata di mano in una piazza virtuale, come quella messa a disposizione dalla piattaforma Rousseau. (…) il Movimento 5 stelle ricorda la Francia Indomita di Mélenchon. Si distingue però da questa per un maggiore orientamento populista delle idee dei suoi fondatori e per una maggiore diffidenza nei confronti dell’Unione Europea, non tanto per vocazione sovranista quanto piuttosto per avversione ad ogni interferenza nella diretta espressione della volontà popolare.
La Lega è molto diversa. Sotto il profilo economico, persegue obiettivi tradizionale di destra, in termini di meno tasse e minore ridistribuzione, raccolta intorno al totem della flat tax. Meno di destra è la sua campagna per la reintroduzione della pensione di anzianità, ribattezzata <<quota 100>>, che molti vedono come una forma di assistenzialismo paragonabile al <<reddito di cittadinanza>>. Di destra è anche la retorica conservatrice in difesa della famiglia tradizionale e, in generale, <<del bel tempo che fu>>.
Diversamente dal Movimento 5 Stelle, la Lega sembra meno interessata al populismo delle idee. Per la Lega il populismo è soprattutto retorica e strategia politica (…) La sua opposizione alle istituzioni europee nasce non tanto dal filtro che esse pongono alla trasmissione della volontà del popolo, quanto da un sovranismo istintivo, ponte tra l’originaria Lega Nord, che voleva l’indipendenza della Padania dal resto dell’Italia, e l’attuale <<Lega Italia>>, che sventola l’autonomia del Belpaese dal resto dell’Europa. In questo senso, la Lega è simile al Raggruppamento Nazionale dei Le Pen, anche se per il secondo le questioni inerenti alla redistribuzione del reddito sembrano essere meno rilevanti.”
Tratto da: Gianmarco Ottaviano, Geografia economica dell’Europa sovranista, Laterza, 2019