“È ben noto che la dimensione del settore pubblico negli Stati Uniti è ridotta. La spesa pubblica nel 2017 toccava il 38,1% del Pil, contro il 47,2% nella zona euro, un livello che raggiunge il 49,1% in Italia (fonte: Commissione europea). Tuttavia, pur avendo un perimetro più ridotto del suo omologo europeo, il governo americano è molto più proattivo. (…) Read MoreIl paese più keynesiano del mondo
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Keynes again
In una recente intervista televisiva, il presidente di Cassa Depositi e Prestiti Claudio Costamagna ha affermato che “Cdp può fare tutto senza l’intervento della politica”. Si riferiva, in verità, alle attività di routine, ed è difficile immaginare che l’indirizzo politico strategico non sia importante Read MoreL’innovazione che diventa welfare
“Il discorso economico dominante poggia in misura considerevole su una semplicissima concezione di fondo del funzionamento del capitalismo: il capitalismo è un sistema economico caratterizzato da mercati competitivi. In questi mercati, imprese controllate da privati, allo scopo di realizzare profitti per i loro azionisti, Read MoreIl capitalismo in teoria e in pratica
“La disuguaglianza è una violazione della dignità umana; è la negazione della possibilità che ciascuno possa sviluppare le proprie capacità. Prende molte forme e ha molte conseguenze: morte prematura, salute cattiva, umiliazione, subordinazione, discriminazione, esclusione dalla conoscenza Read MoreAnthony B. Atkinson (2017)
Joseph Stiglitz vinse il premio Nobel nel 2001 insieme a Mike Spence e George Akerlof per i contributi all’economia dell’informazione, con particolare riguardo al tema delle asimmetrie tra gli agenti di mercato. Read MoreIl New Deal di Joseph Stiglitz
The Economist ha dedicato recentemente la storia di copertina ai margini di intervento pubblico per stimolare l’economia (“Out of ammo?”, 20 febbraio 2016). Nell’editoriale si ricorda come questo compito sia stato di fatto delegato ai banchieri centrali ma la fiducia nel loro operato non è più quella di una volta. Sebbene prendere a prestito denaro non sia mai stato così a buon mercato, il sistema del credito bancario rimane debole. Read MoreElicotteri, strade rotte e banche centrali
La vittoria di Jeremy Corbyn lo scorso settembre per la leadership del partito laburista inglese ha provocato reazioni per lo più indignate ed incredule. Il curriculum di Corbyn può sembrare, per alcuni versi, preoccupante: non ha mai fatto mistero di dichiararsi socialista ed è aperto sostenitore dei piani di nazionalizzazione dei servizi ferroviari e dell’energia elettrica. Le sue prese di posizione in politica estera sono anti atlantiche. The Economist lo ha tacciato di conservatorismo, la peggiore accusa per un riformatore radicale. Read MorePaura di Corbyn?
In un articolo su Repubblica dello scorso 2 gennaio (“Pubblico e privato uniti nella lotta”) l’economista Mariana Mazzucato, autrice de Lo Stato innovatore, descrive le aree di confronto tra intervento pubblico e iniziativa privata in una economia avanzata. Se proviamo a enucleare i punti salienti della sua tesi, troviamo riprodotti efficacemente alcuni esempi e presupposti moderni, non massimalisti, e alla fine dei conti innovativi, delle policy interventiste. In particolare:
1) per tutta la storia del capitalismo moderno lo Stato ha fatto quello che i mercati semplicemente non fanno. E senza questo ruolo la crescita rimane al palo.
La narrazione ideologica degli ultimi decenni ha imposto una contrapposizione stato/mercato fondata su presupposti novecenteschi. Le teorie neokeynesiane sembravano rafforzarsi in seguito alla crisi finanziaria ma sono in realtà ricodificate e aggiornate. La teoria dello stato innovatore e della “spinta gentile” novità (forse) destinate a durare. Read MoreKeynes again